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Diabete e occhi

Chi soffre di diabete può andare incontro ad alterazioni anche serie della retina, che ne compromettono la funzione e diminuiscono in modo anche grave la capacità visiva. E’ allora particolarmente importante non solo controllare in modo adeguato la glicemia, ma anche sottoporsi a frequenti controlli Oculistici che possano tenere sotto controllo lo stato della retina ed eventualmente suggeriscano opportuni trattamenti con il laser. Ne parliamo con il Dottor Fabrizio Camesasca, Oculista di Humanitas, e con il Dottor Stefano Genovese, Endocrinologo di Humanitas.

Diabete e riduzione della vista
“La connessione tra diabete e salute degli occhi – spiegano i nostri due specialisti – è particolarmente degna di attenzione perché il diabete rappresenta la prima causa di significativa riduzione della vista nei paesi occidentali. Nel corso degli ultimi vent’anni la situazione è decisamente migliorata poiché è aumentata in modo significativo l’attenzione, sia da parte dei Medici che da parte dei pazienti, nei confronti del diabete e delle sue complicazioni. Poiché il diabete è una vasculite, cioè una malattia che attacca l’apparato vascolare, può provocare danni importanti soprattutto a livello di due organi appunto riccamente vascolarizzati, i reni e gli occhi.
Nell’occhio una vasculite si presenta come una malattia molto seria perché l’organo della vista possiede un impianto di vascolarizzazione duplice, ma a natura terminale. Questo significa che un’arteria irrora una e una sola porzione di retina – la più importante struttura dell’occhio che ancora la scienza medica non è in grado di sostituire e che maggiormente viene danneggiata dal diabete – e una sola vena drena il sangue dalla stessa porzione. Quindi se uno dei due vasi viene in qualche modo danneggiato, la porzione di retina interessata viene compromessa”.

La retinopatia diabetica
“La prima alterazione a carico della retina nella malattia diabetica, che comunque è la manifestazione di una glicemia incontrollata nel corso di anni, è la formazione di sfiancamenti delle pareti dei vasi sanguigni, cioè di piccoli aneurismi, chiamati microaneurismi. Dopo di ché questo impianto idraulico che irrora la retina si altera sempre di più, inizia a non trattenere più efficacemente i liquidi, causando un aumento eccessivo dell’irrorazione della retina, con conseguenti depositi di proteine e grassi al suo interno, e danno alla retina. In un secondo tempo i danni diventano di natura ischemica: le arterie e le vene si chiudono e il tessuto non riceve più il sangue.
E’ a questo punto che nella retina scatta un meccanismo davvero particolare: le zone che non sono irrorate bene lanciano delle sostanze vasoformative molto potenti che inducono la generazione di nuovi vasi, i quali nascono dai normali rami arteriosi e venosi della retina, ma sono caratterizzati da una costruzione incompleta. Questi nuovi vasi iniziano a sanguinare rapidamente, per cui l’occhio di un diabetico non controllato nel giro di poco tempo può riempirsi di sangue, che viene poi organizzato in cicatrici, che contraendosi staccano e danneggiano ulteriormente la retina sino alla perdita della capacità visiva”.

Il diabete controllato: importanti i controlli
“Quella di cui abbiamo parlato è la situazione del diabetico nella sua forma più drammatica: in realtà chi riesce a mantenere un buon controllo della glicemia può non avere lesioni della retina per molti anni o mantenerle a un livello minimo senza compromettere la vista. In questo caso è comunque importante sottoporsi a una visita Oculistica annuale, per verificare la situazione della retina e del cristallino, poiché soprattutto nelle persone anziane il diabete accelera la maturazione della cataratta. E’ allora fondamentale accertarsi che la situazione della retina sia tranquilla, prima di procedere alla rimozione della cataratta e all’impianto del cristallino artificiale. Il paziente con una retinopatia diabetica in fase attiva non può essere operato di cataratta poiché potrebbe derivarne un’infiammazione severa dell’occhio. L’occhio va allora preparato con un’adeguata terapia laser così da affrontare con meno problemi l’intervento di cataratta”.

Il laser termico
“Da circa vent’anni è disponibile un trattamento che utilizza un laser termico, il che comporta la distruzione delle zone di retina che hanno perso la vascolarizzazione, prima che, come dicevamo sopra, con sostanze vasoformative inducano la formazione di nuovi vasi.. Questo trattamento, pur non essendo in alcun modo costruttivo, ma solo distruttivo, se applicato con i giusti criteri e accompagnato dall’impegno del paziente a controllare adeguatamente la glicemia, consente di conservare la funzione visiva. Si tratta di una battaglia che dura uno o due anni, in cui il medico e il paziente lavorano strettamente a contatto, che comporta controlli frequenti ed esami specifici, per valutare lo stato dell’albero vascolare e della retina (fluoroangiografia) e prevede i necessari trattamenti laser. Le sfida del futuro starà nell’arresto della produzione delle sostanze vasoformative, ma soprattutto nella miglior capacità di gestione della glicemia attraverso il trapianto di cellule pancreatiche”.

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